CANELO REVIEW - 6 TAPPE VERSO LA LEGGENDA
LA FIRMA PER GBP (2008)
I messicani hanno una delle scuole migliori del mondo, ma non hanno soldi. Qualsiasi bambino che entra in una palestra del barrio sogna di combattere sotto le luci scintillanti dei riflettori degli States. Per Canelo l’occasione arrivò ad appena diciotto anni: Oscar De La Hoya lo mise sotto contratto con la sua Golden Boy Promotions e lo testò immediatamente contro il californiano Larry Mosley, ex della nazionale americana. Alvarez dominò l’incontro vincendolo ai punti: il ragazzino coi capelli rossi faceva tremendamente sul serio.
BRIVIDO A LAS VEGAS (2010)
A Las Vegas non si scherza e anche Canelo fu costretto al battesimo di fuoco. Gli venne messo di fronte l'esperto Josè Cotto, fratello maggiore del grande Miguel; l'incontro faceva parte nell’undercard di Mayweather-Mosley. Dopo un primo round da incubo, Alvarez ingranò e alla fine vinse per ko al nono round. La scelta strategica di farlo combattere appena un paio d’ore prima di Floyd si rivelò perfetta: fu proprio lì che nacque il dualismo che avrebbe portato, tre anni più tardi, ad uno dei match più importanti del nuovo millennio.
IL PRIMO MONDIALE (2011)
La prima occasione mondiale di Canelo coincise con il primo main-event che gli venne affidato sul suolo americano. Il 5 marzo 2011, sul ring californiano di Anaheim, vinse ai punti contro il britannico Matthew Hatton (fratello di Ricky) e divenne campione WBC dei pesi superwelter. Per molti sarebbe stato un punto di arrivo, per lui fu solo l'inizio.
MIGUEL COTTO (2015)
E’ vero: nel 2015 Canelo aveva fatto tesoro della sconfitta con Mayweather mentre Cotto - leggenda della boxe portoricana e mondiale - non era più il fulmine degli anni d’oro. Ma "Junito" era ancora un pugile di altissimo livello e Canelo, dopo Floyd, aveva faticato contro il cubano Erislandy Lara. La sera della maxi-sfida, però, dimostrò di aver raggiunto l’apice con una prestazione sontuosa, fatta di schivate e rientri millimetrici, che gli valse il mondiale WBC dei pesi medi. L'abbraccio finale fu una sorta di passaggio di testimone e venne catturato da un fotografo in un'immagine immortale.
LA RIVALITA’ CON GGG (2017-2018)
Ogni campione ha bisogno di un antagonista e Canelo lo trovò nel kazako Gennady Golovkin. Diversi per stile, provenienza e mentalità, Canelo e GGG diedero vita a due guerre brutali dal coefficiente tecnico stratosferico. Discutibile il verdetto di parità nella prima (Golovkin meritava di più), lecita la vittoria di Canelo nella seconda. Grazie al loro dualismo la categoria dei pesi medi tornò a generare incassi milionari, a cinque anni di distanza dalla sfida tra Julio Cesar Chavez Jr e Sergio "Maravilla" Martinez.
UNDISPUTED (2020 - 2024)
Il 2020 fu un anno chiave per Canelo. Dopo le vittorie su Daniel Jacobs e Sergey Kovalev (passando dai medi ai mediomassimi nel giro di appena sei mesi) bisognava decidere in che categoria di peso assestarsi. I dubbi erano tanti. Alla fine Canelo optò per i supermedi. La scelta si rivelò vincente: a 76 kg trovò la sua dimensione ideale perché, pur perdendo mobilità di gambe, compensò affinando i blocchi e imparando a combattere con una guardia molto più alta rispetto a prima. La potenza, poi, aumentò ulteriormente: a farne le spese Smith, Yildirim, Saunders e Caleb Plant (contro cui completò l’unificazione delle quattro cinture). Tutti finirono knock-out.
Il resto è storia recente: la sconfitta con Bivol - cercando per la seconda volta il miracolo nei mediomassimi - non gli ha impedito di tornare nel suo habitat e difendere i suoi titoli contro GGG (ormai quarantenne), Ryder e Charlo. Fino ad arrivare all'ultimo capolavoro nel derby messicano contro Jaime Munguia.
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