COACH FRANCIS: "FINE? SIAMO SOLO ALL'INIZIO!"
Il telefono squilla mentre vago nei meandri più sperduti di Boxrec. Un breve saluto, due battute. Poi Francis Rizzo comincia a snocciolare ragionamenti. E parte in attacco.
“In questi giorni ho letto tanti commenti di tanti fenomeni…adesso è giusto che parli io”.
Sei arrabbiato?
Sì, ma per quello che ho letto, non per la sconfitta. La sconfitta è sempre una lezione di vita e lo sarà anche per Paparo: a volte qualche schiaffo aiuta a crescere meglio. E poi non è stato il dominio che alcuni dicono…
Ecco, appunto. Come hai visto l’incontro?
E’ stata una bella battaglia. Alcune fasi sono state favorevoli a Osnato, altre a “Papachenko”: nel complesso è stata una sfida equilibrata. Non contesto il verdetto ma, analizzando il match round per round, dico che un pari ci poteva stare.
Un pari?
Si, decisamente. Francesco è partito bene, credo che abbia vinto i primi due round. Poi è chiaro, nel terzo round l’atterramento gli ha segato le gambe…
Già, l’atterramento. Il primo della carriera di Paparo, anche contando i cento match da dilettante.
Il conteggio è stato dubbio: Paparo stava attaccando, Osnato ha risposto e lui si è sbilanciato. E' andato giù per un problema di equilibrio, non perché ha sentito il colpo. Però è vero: è stato il primo conteggio della carriera e proprio per questo ci ha messo un po’ a recuperare a livello mentale. Se l’è portato dietro anche nella quarta ripresa, che infatti ha perso. Ma poi è tornato in sè: cinque, sei, sette - e forse anche otto – le ha vinte lui. Lì si è visto un superpiuma portare all’indietro un superleggero. E quanto deve essere forte un superpiuma per portare all’indietro un superleggero?!
Quindi nessun ridimensionamento?
Al contrario: valutando la prestazione credo che si sia visto chiaramente il talento di Paparo. Con qualche aggiustamento arriveremo dove vogliamo arrivare.
A chi lo critica per avere parlato tanto in conferenza stampa cosa rispondi?
Che a 22 anni si può e si deve parlare. E’ un ragazzo estremamente umile, che vive la boxe con passione e divertimento; ha solo cercato di aumentare l’hype per la sfida. E ci è riuscito. Hai visto quanta gente era lì per il match?
E a chi critica te per avergli messo di fronte un pugile più pesante accettando il catchweight a 62 kg?
A questa gente chiedo: “volete formare pugili o bambocci?” Come facciamo a far crescere i nostri ragazzi se non li mettiamo uno contro l’altro nemmeno a livello locale? Non abbiamo perso per i chili di differenza, ma per un episodio preciso e un pizzico di inesperienza. Era giusto fare questo match per testare Paparo.
Anche se in programma c’era già il titolo italiano con Diallo?
La sfida con Diallo è ancora in piedi: noi la vogliamo. E quella sera sarà un Paparo migliore proprio grazie a questa esperienza.
In definitiva, quali sono le lezioni che portate a casa?
Direi che sono tre: non stare troppo tempo alle corde, fare un pugilato un po’ più aggressivo e non leggere i commenti dei campioni dei social.
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