EDOARDO GERMANI – OBIETTIVO RIVOLUZIONE
Dopo due anni di attività per TAF è tempo di bilanci.
Il fondatore e patron, Edoardo Germani, si siede davanti a me e comincia a rispondere alle domande, tirando le prime somme.
Il bicchiere è sicuramente pieno oltre la metà… ma quanto pieno?
Direi per tre quarti. Ho organizzato sei eventi, di cui due all’Allianz e due all’Arena di Monza portando, in tutto, oltre diecimila persone nei palazzetti. I match proposti sono stati tutti avvincenti perché uno degli imperativi è quello di organizzare sfide equilibrate, meglio se tra italiani. Ci stiamo riuscendo. Non è solo merito mio, però: come in tutte le grandi avventure quello che fa la differenza è il gioco di squadra.
A proposito di squadra, di quale pugile sei più contento?
Di tutti. Devo dire la verità: sono davvero felice del lavoro di tutti ragazzi.
Ma ce ne sarà uno che ti ha stupito più degli altri…
Il fatto è che ognuno mi ha stupito per una particolare qualità. Morello per la capacità di trascinare il pubblico, Kogasso per il suo talento, Elmaghraby per la freddezza nella gestione del main-event in casa sua, Paparo per avere accettato tutti i match difficili che gli ho proposto. E adesso tornerà anche Lorusso…
Chi di loro è più avanti?
Come percorso sicuramente Morello e Lorusso: nessuno ha la loro esperienza. Ma Kogasso potrebbe bruciare le tappe e arrivare presto aduna grande sfida. Paparo e Momo, invece, al momento combattono a livello italiano. E lo fanno molto bene.
Qualche anticipazione su TAF7di novembre?
Ancora nessuna, anche per scaramanzia, ma tenetevi forte perché quando annunceremo la card rimarrete a bocca aperta! Quello che posso dire è che, ancora una volta, sarà una collaborazione con il Fight Club Fragomeni: l'unione fa la forza!
Due anni fa sei entrato nel mondo della boxe per organizzare eventi di qualità, e lo hai fatto. Adesso qual è l’obiettivo principale?
Sono due: il primo è aiutare i pugili ad esprimere il loro talento e a monetizzarlo. E poi, bè…
Il secondo è più ambizioso, ormai ti conosco…
Sì, decisamente. Voglio cambiare il pugilato italiano, lo voglio rivoluzionare. E credo davvero di potercela fare.
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