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ELMAGHRABY: "COSI' HO MESSO KO LEPEI"

La gioia di Momo Elmaghraby riaffiora con prepotenza appena comincia a raccontare il suo TAF6.

“E’ stata la notte più bella della mia vita” mi spiega con voce emozionata.

Facciamo un passo indietro: com’ è inziato per te il fatidico giorno?
Con molta tensione. Sono un essere umano: è impossibile non sentire il giorno del match. L’ ansia c’è stata eccome, anche perché per la prima volta avevo l’evento sulle mie spalle. Continuavo a ripetermi
“il posto è questo, il momento è adesso”. E’ una frase che mi aiuta molto a vivere nel presente senza paura.

Era il tuo primo main-event: cambia tanto a livello mentale combattere per ultimo?
Cambia tutto. Il main-event è l’attrazione principale di un evento. La gente compra il biglietto soprattutto per quello. E chi lo combatte deve dimostrare di essere
un pugile vero.

 

Tu ci sei riuscito, demolendo un avversario esperto e blasonato come Dragan Lepei.
Ancora non ci credo! Le emozioni sono state incredibili, eppure mi ricordo perfettamente l’intera sequenza del knock-out: ricordo che ci siamo scambiati un jab e che, appena la sua mano sinistra si è allontanata dalla posizione di guardia, il mio gancio destro è partito.
Ho sentito le mie nocche affondare sulla sua tempia, in pieno. Poi, un attimo dopo, ho visto che ho barcollato.

E a quel punto cos’hai pensato?
Non c’era tempo per pensare. Mi sono avventato su di lui ma, al tempo stesso, ho cercato di stare più calmo possibile. In quella situazione si può chiudere il match solo se non si sparano colpi a casaccio:
ho preso la mira e lavorato sia al volto che al corpo, cercando di variare l’azione. E alla fine Lepei è andato giù.

Il giorno dopo l’incontro Alessandro Merafina ha pubblicato un video del training-camp dove stavate lavorando proprio sul gancio destro che ha aperto la sua crisi…
Eh sì: nel match si raccolgono i frutti di quello che si prova in allenamento. Noi abbiamo lavorato all’infinito su quel gancio, perché Alessandro dice che è
il mio colpo più duro. Anche se non è stato quello a cambiare l’incontro…

Ah no? Ci avrei giurato!
Anch’io, ma dopo l’incontro Lepei mi ha confidato che, poco prima, un
montante destro al corpo gli aveva fatto male ad una costola: sono quei colpi che non fanno scena, ma fanno danni. E fortunatamente li ho nel mio repertorio!

 

A proposito di danni, dentro l'Arena i tuoi tifosi hanno fatto un tifo da stadio e fuori hanno sparato fuochi d'artificio: è stato importante il sostegno della “curva Momo”?
Fondamentale. Ho sentito i cori fin da quando ero negli spogliatoi e mi stavano facendo il bendaggio. E dopo i fuochi siamo andati a un McDonald's aperto di notte e abbiamo mangiato anche i tavoli! Sono fortunato: un pubblico così é il sogno di ogni atleta.
Con loro al mio fianco mi sento invincibile.

 

Niccolò Pavesi
Giornalista Sportivo, DAZN

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