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ERCOLE MORELLO: "MIO FIGLIO BATTERA' CHIANCONE"
Telefono ad Ercole Morello una sera piovosa, mentre sono intrappolato nel traffico di Milano. Al secondo squillo risponde con tono energico.
“Vorrei intervistarti in vista del match di Dario contro Chiancone”
“Accetto solo a condizione di poter dire quello che penso senza filtri”.
“Mi pare un ottimo accordo”.
Un paio di minuti per rompere il ghiaccio, poi Morello Sr comincia a mulinare le braccia.
“Cosa ti dissi prima del match di Dario con Nmomah?”
“Che non ci sarebbe stata storia”.
“E come è andata?” ridacchia. “Vedi, io mi non mi ritengo un allenatore. Preferisco definirmi un tattico. Ogni match ha la sua chiave e il mio compito è quello di trovarla e poi metterla a disposizione dei miei pugili. Bisogna preparare una strategia e, se necessario, modificarla in corso d’opera.
Lo sento ispirato e decido che la nostra chiacchierata può entrare nel vivo.
Con Nmomah è stato necessario qualche aggiustamento durante il match?
“No, è bastato che Dario seguisse il piano; le cose sono andate esattamente come avevamo preventivato. La strategia era di non dare riferimenti a Nmomah. E ha funzionato alla perfezione".
Adesso però c’è Luca Chiancone. Anche lui ha battuto Nmomah e, più in generale, è un avversario duro e determinato. Che impressione ti fa?
“Chiancone non mi preoccupa affatto. E’ generoso e combatte per vincere, ma questo è il minimo sindacale per un pugile! Anzi, sarò ancora più schietto: più lo vedo, più mi sembra un manovale della boxe. Sa solo venire avanti e attaccare, ma non ha nessuna variante”.
Però picchia forte e può chiudere ogni match con un solo colpo: chiedere a Nmomah e Rossetti...
“Non lo metto in dubbio, ma Dario ha le qualità per non prendere i suoi colpi. E poi: su oltre cento avversari affrontati da dilettante e venti da professionista, credi che mio figlio non abbia mai trovato uno col pugno pesante come Chiancone? La potenza è una qualità sopravvalutata".
Tu sei in Calabria, Dario vive a Bergamo. Come fate a lavorare a distanza?
“Dario mi manda tutti i video dei suoi sparring. Io mi siedo con calma e li studio. Solo dopo un’analisi attenta gli fornisco la mia consulenza”.
Di che consulenza si tratta?
“Prima di tutto cerco di perfezionare quello che vedo. Poi cerco di passargli le mie intuizioni su alcuni movimenti o su alcune azioni specifiche”.
Funzionano queste intuizioni?
“Sì, perché prima di trasmetterle a Dario le faccio provare concretamente a Roberto Mumma e Vincenzo Lizzi (nipoti di Morello Sr e cugini di Morello Jr). Mumma, in particolare, è praticamente identico a Dario come stile, solo più grosso e pesante. Se le mie idee trovano riscontro nella pratica con lui, allora arrivano anche a Bergamo”.
Dario è notoriamente molto attento alla scelta dei suoi compagni di allenamento. Chi sono i suoi sparring in questo camp?
“Tanti ragazzi, come sempre. Molti sono comunissimi dilettanti. Non mi interessa il loro livello; mi interessa la loro somiglianza stilistica a Chiancone”.
Diversi pugili italiani cercano sparring di alto livello in giro per il mondo. Non è un limite allenarsi con sparring acerbi?
“Questa è una minchiata! E’ proprio con sparring partners apparentemente facili che si riescono a provare nuovi meccanismi e farli propri. Gli sparring duri danno più problemi che benefici, perché i colpi fanno male e prenderne tanti non migliora le doti di incassatore”.
Ma chi ti dà la garanzia che ciò che funziona in serie B e C funzionerà anche in serie A? Non è detto che un tunnel a un difensore della Reggina avrà successo anche contro un difensore del Milan...
“Quello che dici è vero a metà. Contro un giocatore di serie B puoi permetterti di provare certe cose che invece, contro un giocatore di serie A, non avresti nemmeno modo di provare. Non è scontato che il tunnel riesca anche contro il difensore del Milan, ma è molto più probabile che riesca se lo hai provato cento volte con quello della Reggina: con quello del Milan non lo avresti neanche potuto tentare e quindi non lo avresti mai assimilato”.
Quanto vale oggi Dario?
“Questo è il miglior Dario di sempre, sia dal punto di vista tecnico che da quello mentale. Credo che alle giuste condizioni, anche economiche, potrebbe provare a mettere il naso fuori dall’Italia”.
Perché il condizionale?
“Per i giudici. All’estero o vinci per ko o perdi ai punti e Dario non è pugile che sale sul ring per fare il ko… però ti posso dire che in Europa direbbe la sua con chiunque. Poi è chiaro, si può vincere e si può perdere, ma sarebbe comunque competitivo”.
Per il 13 aprile mi pare di capire che vedi Dario nettamente favorito. Punti o knock-out?
“Consideriamo un dato di fatto: Dario ha tenuto un paio di colpi duri di Nmomah, mentre Chiancone è andato giù sia con Nmomah che con Hermi. Bisogna tenerne conto per fare una valutazione oggettiva".
Quindi Dario per ko?
“Dico solo che, se parliamo di ko, tutti se lo aspettano esclusivamente da Chiancone. Io, invece, faccio notare che potrebbe essere proprio lui a finire giù: a quanto pare gli piace colpire, molto meno essere colpito…”
Per chiudere: la stessa sera della sfida tra Dario e Chiancone, Nmomah sarà protagonista di una sfida dura in Germania, contro Vincenzo Gualtieri. Come lo vedi?
“Tutti i pugili quotati che hanno affrontato Dario sono calati dopo aver diviso il ring con lui. Il motivo è mentale: quando vieni annullato è inevitabile perdere sicurezza e, di conseguenza, smalto. Comunque credo che Joshua sia un ottimo pugile e gli auguro sinceramente una trasferta vincente”.
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