BOXE
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QUANDO E' IMPOSSIBILE DIRE BASTA

Quello che è accaduto ieri a Deontay Wilder sul ring di Ryad non è altro se non la storia che si ripete.

5. ROY JONES JR

Per tutti gli anni ’90 Roy Jones fu semplicemente intoccabile, tanto da essere soprannominato “Mister Untouchable”. Velocità, potenza e fantasia; da una piccola palestra di una cittadina non esattamente al centro della scena pugilistica americana (Pensacola, Florida) fu capace di arrivare sul tetto del mondo in tre diverse categorie di pesi, dai medi fino ai massimi, diventando un’icona.

Ma tutto ha una fine.

Nel 2004 i primi scricchiolii: Jones finì knock-out con Antonio Tarver (Mason Dixon in “Rocky Balboa" del 2006) e Glen Johnson. Una manciata di anni più tardi il “dragone” italo-gallese Joe Calzaghe lo annullò a New York, prima che il russo Lebedev e Danny Green gli spegnessero le lampadine con due ko devastanti (2009, 2011). Oggi, a 55 anni, RJJ è ancora semi-attivo, anche se ha capito di poter combattere solo a bassi livelli.

4. JAMES TONEY

Altro simbolo della grande boxe dei ’90, Lights Out è, secondo Freddie Roach, “il pugile più talentuoso che abbia mai allenato”: dichiarazione impressionante, perchè arriva da un coach che ha lavorato con Pacquiao, De La Hoya e Tyson. Purtroppo, però, al talento non si accompagnò mai la disciplina; Toney – partito da peso medio – nel corso degli anni ingrassò continuamente, arrivando a combattere nei massimi.

Nonostante le sue straordinarie doti difensive, prese colpi da colossi come Hasim Rahman (che pure riuscì a battere) e Sam Peter. La sua ragione di vita divenne procurarsi una sfida con Wladimir Klitschko; la inseguì per quasi dieci anni, mentre le sue qualità si deterioravano sempre di più. Non la ottenne mai. In compenso, si trovò afflitto da sintomi evidenti di danni cerebrali.

3. MIKE TYSON

Col senno di poi, "Iron Mike" avrebbe dovuto appendere i guantoni al chiodo dopo la saga contro Evander Holyfield (1996-1997). Ma il suo nome era ancora gigantesco e c’erano troppi soldi in ballo, per lui e per chi mangiava grazie a lui.

I promoter lo tennero in piedi con match di comodo, per poi portarlo alla mega-sfida contro Lennox Lewis (2002), dove ricevette una punizione severa.

Da quel momento fino allo stop definitivo nel 2005 Tyson fu la controfigura del pugile che quindici anni prima aveva seminato terrore e scritto una pagina indelebile di storia sportiva. Per questo il "match" con Jake Paul non può non mettere tristezza e apprensione.

2. DANNY WILLIAMS

Il britannico Danny Williams – detto “Brixton Bomber” per il suo fisico spaventoso – giunse alla chance mondiale contro Vitali Klitschko grazie alla vittoria su Tyson, nel 2004. Perse per ko, ma proseguì con buoni successi a livello inglese ed europeo; nel 2010, però, un giovane Derek Chisora dimostrò che le sue capacità erano in caduta libera.

Eppure scelse di proseguire: negli ultimi 14 anni Williams – che oggi ha 50 anni– ha perso 25 delle 39 battaglie affrontate in giro per il mondo, spesso per knock-out. Una carriera che è diventata a tutti gli effetti quella del mestierante. “Ma i soldi delle borse mi hanno permesso di pagare le migliori scuole per i miei figli”, ricorda con orgoglio ogni volta che qualcuno gli domanda il senso della sua ostinazione.

1. MUHAMMAD ALI

Primavera 1980: “The Greatest” ha trentotto anni ed è professionista da venti. Ha subìto colpi duri da Frazier, durissimi da Shavers, devastanti da Foreman. Ha affrontato Liston, Lyle, Bugner e Spinks. Per questo si teme che il match contro Larry Holmes, all’apice della sua forma, sia troppo pericoloso. Ali firma il contratto ma, per precauzione, viene sottoposto ad una visita neurologica.

Il rapporto del dottor Howard è inquietante: il Dio della boxe non riesce a toccarsi il naso con l’indice, ha perso mobilità dei muscoli facciali e fatica a saltare da fermo. Ciò nonostante, si decide che possa combattere. Il risultato è una punizione lunga dieci, interminabili round. Quattordici mesi dopo torna per l’ultima volta, perdendo contro il giovane Berbick. La diagnosi del morbo di Parkinson giunse nel 1984, ma è praticamente certo che Ali fosse già malato nei suoi ultimi anni sul ring.

Niccolò Pavesi
Giornalista sportivo, DAZN

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