VALERIO MANTOVANI - IL PUGILE PIU' EVITATO D'ITALIA
“Sei il pugile più evitato di tutta Italia!”
“Si, detta così però sembra una cosa bella… io, invece, volevo spaccare il muro!”
La chiacchierata con Valerio "Blacksmith" Mantovani comincia più o meno così.
Quattro incontri saltati consecutivamente: è un record!
Un record che ho preso malissimo. Ho perso tempo e, soprattutto, a livello mentale è dura: mi sto allenando da sei mesi per un match – letteralmente qualsiasi match – ma ogni volta succede qualcosa. Polveri, Mellone, Ciambotti e Quiroz. Chi per un motivo chi per un altro, ma si sono chiamati fuori tutti.
Però stavolta una toppa è stata messa.
E meno male: quando ho saputo che non avrei combattuto contro Quiroz a TAF ho avuto dei giorni di sconforto totale. Poi è saltata fuori la possibilità di recuperare l'incontro con Polveri il 23 giugno, all’MGM di Milano.
Credi che gli avversari ti temano?
Non punto il dito contro nessuno dei quattro, perché singolarmente ogni rinuncia potrebbe davvero essere legittima. Ma quattro su quattro, insomma…il sospetto viene! Diciamo che in Italia ci sono pugili che vogliono gli onori di questa professione, ma non vogliono gli oneri. Cioè le botte. E diciamo anche che sono un cliente scomodo.
In effetti sei stato uno dei dilettanti con percentuale di vittorie per ko più alta in assoluto negli ultimi anni. Da dove viene la tua potenza?
La mia potenza è qualcosa di naturale, ce l’ho da sempre. Quello su cui lavoro, invece, è il modo giusto per sfruttarla: lì ci sono molte cose da imparare e il mio coach Alessandro Merafina è l’uomo giusto per spiegarmele.
Oltre a picchiare, incassi anche. Fai spesso sparring con El Maghraby, per esempio, che è molto più pesante.
Incassare non è solo un fatto fisico, ma anche psicologico. La testa fa tanto. I colpi duri si sentono ma, se si è preparati bene, non sono così terribili. Ne prendi uno, stringi i denti e riparti.
E’ per questo che avevi accettato un match duro come quello con Quiroz al tuo secondo incontro professionistico?
Esatto, sapevo che sarebbe stata una sfida impegnativa ma non avevo la minima paura. E poi combattere a TAF sarebbe stata una vetrina importante. Ma è solo questione di tempo.
Adesso intanto c’è Polveri…
Si, a meno che non gli venga ancora l’influenza da qui al 23 giugno…
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