“Ringrazio il pubblico e ringrazio ancora di più i nostri sponsor: senza di loro tutto questo non sarebbe possibile”.
Così ha dichiarato il fondatore di TAF Edoardo Germani sul ring del Centro Pavesi, poco prima della sfida tra Dario Morello e Yassin Hermi.

Alcuni si sono domandati perché abbia messo in primissimo piano gli sponsor, equiparandoli in toto al pubblico. Lui stesso spiega la ragione: “Organizzare un evento come TAF, curato in ogni minimo dettaglio, è molto costoso: si parla di cifre veramente alte” ha detto Germani.
“I costi sono rappresentati prima di tutto dalle borse dei pugili, poi dall’affitto delle arene, quindi dal personale medico e dal servizio di sicurezza, altra spesa consistente”.
Il promoter monzese - che in soli 3 anni è diventato leader in Italia - chiarisce che il flusso di cassa si compone di due voci in entrata. “I biglietti venduti sono fondamentali, ma senza sponsor sarebbe impossibile far fronte a tutte le spese”.
Ma come avvicinare aziende dei settori più disparati alla boxe?

“La chiave è riuscire a comunicare il senso del nostro lavoro, che non è solo quello di organizzare incontri di pugilato, ma trasmettere i valori di questa meravigliosa disciplina e raccontare le straordinarie vite dei nostri atleti. Credo che abbiamo margini di crescita potenzialmente infiniti e fortunatamente c’è chi pensa altrettanto e ci sostiene”.
Per quanto riguarda il tipo di rapporto con gli sponsor la filosofia di Germani è semplice: “sono un grande fan delle collaborazioni di lunga durata, basate sulla fiducia reciproca e su una conoscenza profonda. Squadra che vince non si cambia”.
Lunga vita alle partnership, dunque. Ne va del futuro del pugilato italiano.
